L'incredibile storia dietro il coccodrillo - parte 3
In America per la fase finale
Immagine generata dall'intelligenza artificiale utilizzando MidJourney.
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La traversata dell'Atlantico durò sette giorni e fu un viaggio interiore
Erano passati undici anni da quando il Titanic era affondato. Aveva questo in mente René Lacoste mentre si imbarcava sul transatlantico France*? Niente affatto. Non era neanche lontanamente nel suo stile. Le Havre per New York era una traversata di sette giorni, e una volta sbarcati di nuovo in un altro continente, ci sarebbe stato un mondo tutto nuovo da scoprire, nuovi panorami e suoni, una nuova cultura, una nuova lingua e soprattutto ci sarebbe stato il torneo, con quel primo spareggio contro la squadra australiana: questo è probabilmente ciò che aveva in mente il giovane Lacoste quando salì a bordo, portando con sé valigia e racchette.
René Lacoste fu accompagnato da sua madre Marie-Madeleine nel lungo viaggio a bordo del transatlantico a quattro fumaioli della Compagnie Générale Transatlantique. Pensava che fosse troppo giovane per attraversare l'Atlantico da solo. Con loro durante il viaggio c'erano anche tre uomini. Innanzitutto, il capitano della squadra francese di Coppa Davis, Allan H. Muhr, l'uomo che aveva dato a Lacoste la sua possibilità. Muhr aveva anche selezionato due giocatori esperti per questo spareggio interzonale, Pierre Hirsch e Jacques Brugnon, che erano più vecchi ed esperti di René. La celebre formazione dei Quattro Moschettieri non era ancora completa – Henri Cochet doveva ancora unirsi a loro, e Hirsch non aveva ancora ceduto il posto a Jean Borotra – ma questa squadra sembrava già in grado di andare lontano.
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Sul ponte
A quei tempi, i transatlantici erano un parco giochi alla moda in cui le classi superiori potevano incontrarsi e socializzare. Infatti, qualche anno dopo, fu proprio durante un'altra traversata atlantica che Lacoste incontrò la donna che sarebbe diventata sua moglie, la campionessa di golf Simone Thion de la Chaume. Durante questa prima crociera, però, il giovane René conosce un imprenditore americano proprietario di un grande magazzino di San Francisco, il suo nuovo amico lo introduce al mahjong, un gioco cinese basato su tessere che lo affascina immediatamente.
Giocare a mahjong dava a René il tempo di pensare, tenendolo occupato mentre rifletteva. Forse stava già prendendo forma l'idea per la sua prima invenzione: un tavolo da mahjong da viaggio, per il quale presto avrebbe depositato il suo primo brevetto. Ma il campione di tennis si è preso cura anche del suo corpo. Allenandosi insieme ai suoi due compagni di squadra, Lacoste correva, faceva stretching e faceva esercizi di ginnastica. Di tanto in tanto i tre uomini portavano le loro racchette sul ponte di legno della nave e si scambiavano qualche battuta. L’America si stava avvicinando, così come gli australiani.
Il sogno americano di René Lacoste si sarebbe avverato? Scopritelo nella prossima puntata.
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